“Il disco in vinile presenta spesso delle imperfezioni, ma sono proprio quelle imperfezioni che lo rendono caratteristico e me lo fanno apprezzare”.
È con queste parole che Filippo De Fassi Negrelli, titolare della fabbrica di vinili Phonopress, ha voluto descrivere la sua passione nei confronti dei dischi in grande formato, un interesse che è tornato di moda negli ultimi anni e che continua a registrare vendite tra collezionisti, audiofili e musicofili. In vista della prossima edizione di Novegro Vinile Expo (8-9 ottobre 2022), abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’imprenditore, che ci ha raccontato come funziona la sua affascinante attività e ha spiegato la sua visione in merito al mercato dei 33 giri e 45 giri.
Phonopress: una delle pochissime realtà di settore in Italia
La Phonopress si trova a Settala (un Comune della città metropolitana di Milano) ed è una delle pochissime fabbriche di vinili attive nel nostro Paese. Nonostante il passare del tempo, l’approccio di Negrelli e dei suoi dipendenti nei confronti dei dischi rimane fedele alla tradizione.
“Ho rilevato l’attività nel 2010 ma esisteva già dai primi anni ’80 – ha spiegato il titolare – Da allora ci sono stati diversi cambiamenti: nel 2015 ci siamo spostati da un capannone ad un altro e, in varie occasioni, abbiamo sostituito alcune componenti dei macchinari che utilizziamo. Bisogna però specificare che è la fisica ciò che fa il disco: possono esserci dei macchinari leggermente migliori degli altri ma non ci sono ricette magiche per produrre un vinile. La procedura da seguire, infatti, è sempre la stessa da anni”.
Un salto nel buio
Nel 2010, anno in cui Negrelli, appunto, ha rilevato l’impresa, il revival del vinile non era ancora iniziato del tutto e la scelta dell’imprenditore è stata principalmente dettata dalla sua passione e dalla voglia di cambiare vita.
“Quando ho deciso di dedicarmi alla Phonopress ho seguito il cuore – ha sottolineato il titolare – È stato a tutti gli effetti un salto nel buio, che è stato però ripagato dal riavvicinamento della gente a questo formato musicale classico. Tuttavia, se si vuole fare questo mestiere, non bisogna puntare unicamente al ritorno economico: ci sono infatti ingenti spese in risorse energetiche e risorse umane e, di conseguenza, i guadagni sono inferiori rispetto a ciò che si potrebbe immaginare. Inoltre, realisticamente, non credo che il boom del disco durerà in eterno. Per queste ragioni, anche un imprenditore del mio settore deve stare molto attento e avere una certa oculatezza in tutte le cose che fa”.
Un piccolo-grande team
Il team della Phonopress è composto da Negrelli e da quattro dipendenti, ognuno dei quali è specializzato in una mansione avendo comunque delle competenze trasversali.
“Sul posto di lavoro io seguo il principio «Tutti siamo utili e nessuno è indispensabile» – ha spiegato l’imprenditore – Ecco perché i dipendenti, oltre al loro compito principale, sono in grado di fare un po’ di tutto. In questo modo, qualora qualcuno fosse assente, possiamo comunque proseguire con la produzione”.
Le fasi produttive
Il procedimento che porta ad ottenere un disco pronto ad essere messo sul giradischi è tutto fuorché scontato e richiede una grande maestria ed expertise.
“Il primo step viene compiuto dal transferista, che si occupa, come si può intuire, di trasferire il master del disco su una prima copia in acetato. È dotato del know-how e degli strumenti necessari per capire se il procedimento si svolgerà senza intoppi. Durante la giornata lavorativa può ascoltare anche 7-8 album diversi – ha spiegato Filippo – L’incisione degli acetati viene effettuata tramite un tornio elettromeccanico: il solco viene inciso con una testina elettromeccanica alla cui estremità è montata una pietra dura (zaffiro o rubino), opportunamente sfaccettata in modo che il solco inciso possa essere a forma di V ed essere largo qualche decina di micron (regolabili). E’ la vibrazione della pietra a disegnare la geometria del solco, e dipende da quella di due bobine (una per canale) montate a 45° proprio sopra alla pietra. Successivamente gli acetati vengono trasformati in un master argentato, e da questo, per elettrodeposizione galvanica, si ricavano di volta in volta un’immagine negativa dei solchi, poi una positiva, e così via. Il negativo dei solchi si può utilizzare nella pressa per stampare i dischi, mentre il positivo è una copia metallica non deperibile dell’acetato, e quindi sarà utile per generare ulteriori negativi ogni qualvolta sarà necessario. Gli ultimi passi sono l’ascolto, il confezionamento e la spedizione”.
Le skill necessarie
Visto il complesso modus operandi, che skill sono necessarie per operare in questo peculiare ambito?
“So che sembra paradossale, ma tutto ciò che è artistico non deve entrare in una fabbrica di dischi. La competenza principale, infatti, è di tipo elettromeccanico – ha specificato Negrelli – Si apprende a lavorare bene direttamente sul posto ma sono molto utili le basi teoriche (di fisica e di chimica) che si imparano in un istituto tecnico. Per quanto concerne il ruolo del trasferista, secondo me una lunga esperienza in studio di registrazione aiuta sicuramente, perché al di là delle competenze tecniche di incisione, un transferista deve essere in grado di capire in anticipo quali correzioni ci siano da fare prima dell’incisione – sempre che ve ne siano”.
Una produzione continua
Alla Phonopress la produzione procede spedita e il numero di vinili stampati è decisamente notevole.
“Il 70% dei nostri ordini arriva dall’Italia e il rimanente 30% arriva dall’estero. Ogni giorno produciamo 2500 vinili, per un totale di circa 600000 copie ogni anno – ha spiegato Filippo – Abbiamo lavorato praticamente con tutte le major (comprese Universal, Sony e Warner) e abbiamo stampato album di artisti famosi, come Tiziano Ferro, Renato Zero e altri”.
Un’offerta insufficiente nei confronti della domanda
L’imprenditore ha poi fatto una riflessione sull’attuale mercato del disco, i cui pochi stabilimenti produttivi non riescono a soddisfare tutta la domanda degli appassionati: “La risposta all’impennata della domanda non è stata abbastanza veloce perché non c’è la quantità necessaria di macchinari appositi. Questo aspetto non riguarda solo il consumatore finale ma anche il commerciante che fa da tramite”.
La passione di Negrelli per il vinile
Come rimarcato più volte dallo stesso titolare, la passione per il vinile e per la musica sono stati i fattori che l’hanno spinto a dare il via a questa avventura. Questa passione, ovviamente, ha delle sue ragioni e anche delle sue preferenze musicali.
“I generi che apprezzo maggiormente sono il soul e il funk degli anni ’70 e ’80 e ne possiedo una collezione che conservo in fabbrica – ha spiegato Negrelli – Amo inoltre il vinile come formato perché sono sempre stato uno «smanettone»: ho fatto il dj per hobby e mi piace avere tra le mani il disco grande anziché il cd. Il disco si rovina abbastanza facilmente ma, secondo me, un altro suo punto di vantaggio è quello di essere artigianale. Mi piace paragonarlo alla ragazza che vedi per strada che, pur non essendo bellissima, ha quel qualcosa che la rende attraente”.
Il ritorno del 33 giri
“Ritengo che il vinile sia tornato di moda per la bellezza del formato, per le sue edizioni speciali autografate, per i suoi booklet curati e per i dischi colorati. Con l’arrivo degli mp3 e dello streaming, infatti, la gente vuole tenersi a casa gli album che ama in una veste più elegante rispetto a quella del compact disc” ha concluso Negrelli. “Attenzione però: anche il CD sta cominciando a ritornare, e questo succede perché l’LP in vinile in alcuni casi è diventato veramente troppo caro. Bisogna cercare di limare i costi e i prezzi, pur in una situazione di inflazione come quella attuale, per cercare di non perdere il terreno guadagnato finora dal formato”.
Ti aspettiamo a Novegro Vinile Expo!
La lettura dell’intervista ti ha fatto venire voglia di fare shopping di dischi?
Allora ti aspettiamo nel weekend dell’8,9 ottobre 2022 a Novegro Vinile Expo, una delle più importanti manifestazioni di settore ricca di espositori con 33 giri e 45 giri di ogni genere e rarità.
L’appuntamento è presso il padiglione D del Parco Esposizioni Novegro.