GIORGIO DALLA VILLA, DIRETTORE DEL MUSEO DEL PROFUMO DI MILANO CI HA RACCONTATO UNA SERIE DI CURIOSITÀ STORICHE LEGATE ALLE ESSENZE
La storia del ‘900 si può raccontare anche attraverso i profumi.
Ad affermarlo è Giorgio Dalla Villa, critico d’arte e direttore del Museo del Profumo di Milano, una realtà di grande spessore gemellata con il Perfume Passage Foundation di Chicago. Come già accaduto per le edizioni precedenti di Brocantage, il Museo del Profumo sarà presente nel weekend dell’8 – 10 aprile alla manifestazione novegrina dedicata all’antiquariato e al modernariato.
In vista di quest’ultimo appuntamento, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dalla Villa, che ci ha raccontato quanto le essenze siano state espressioni della cultura di ogni specifica epoca storica.
Museo del Profumo: le origini del progetto
L’idea di creare uno spazio espositivo dedicato ai profumi deriva da un’esigenza di tipo storiografico. Prima del lavoro svolto da Dalla Villa e dagli altri membri del comitato scientifico del museo, infatti, non esisteva alcuna documentazione in Italia relativa alla storia delle fragranze, che ha richiesto anni di raccolta di testimonianze di ex lavoratori del settore.
“Lo staff del Museo del Profumo ha una formazione accademica legata alla storia moderna e contemporanea. Alla fine del percorso universitario, con nostro grande stupore, ci siamo resi conto che era praticamente impossibile rintracciare del materiale sulla profumeria dell’800 e del ‘900. In biblioteca si trovavano libri sui profumi utilizzati dagli etruschi, ma nulla sui secoli più vicini al nostro. Per questa ragione ci siamo messi subito all’opera per intervistare un numero considerevole di persone che, in passato, avevano lavorato in realtà del settore, partendo dagli operai fino ad arrivare ai dirigenti. Da questa meticolosa indagine sono emerse leggendarie storie di essenzieri e profumieri, a cui diamo spazio, da ormai 22 anni, sulla nostra rivista bimestrale “Profumeria da collezione”.
La nascita dello spazio espositivo
Dopo questo primo step di ricostruzione storiografica, il team ha voluto passare al livello successivo, che si è tradotto in un’esperienza preziosa per gli appassionati di arte, storia e antiquariato.
“Il Museo del Profumo ha aperto i battenti circa 20 anni fa ed è sempre aperto per visite guidate su prenotazione – ha spiegato il critico d’arte – Attualmente ospitiamo tra i 1500 e i 2000 profumi all’interno della nostra sede milanese di via Messina 55, che coprono il periodo temporale che va dalla metà dell’800 agli anni ’70 del ‘900. Ne abbiamo però molti altri nel nostro magazzino. Tutte le essenze sono state acquistate in aste francesi, tedesche e americane”.
Un’essenza per ogni epoca storica
Analizzare la cultura popolare e di costume è sicuramente un criterio imprescindibile per poter cogliere al meglio tutte le sfumature di un’epoca. In tal senso, anche i profumi non sono da meno e si può tranquillamente affermare che ogni fase della storia contemporanea ha una sua fragranza distintiva.
“Inizialmente il profumo era un prodotto destinato unicamente all’alta borghesia, in particolar modo alle donne di questa classe sociale. Successivamente, a partire dai primi anni del ‘900, è diventato progressivamente più di massa anche grazie all’industrializzazione, che ha permesso la creazione di essenze con l’utilizzo di componenti chimiche. In precedenza, infatti, i profumi venivano creati unicamente con elementi naturali e ciò limitava notevolmente la capacità produttiva”.
I profumi hanno saputo rappresentare nei secoli non solo classi sociali, ma anche mode del momento e icone senza tempo.
“In generale, ogni profumo ha un ciclo di vita commerciale di pochi anni, che si esaurisce con la fine della moda del momento. In altri casi, invece, può essere venduto a lungo nel tempo ed essere apprezzato da più generazioni. L’emblema in questo frangente è Chanel N. 5, che a distanza di oltre un secolo dal suo lancio sul mercato, rimane il più venduto. Per le fragranze simbolo di un periodo storico circoscritto, invece, possiamo ricordare la Violetta di Parma (noto come il profumo della Belle Époque) e il Patchouli (vero e proprio manifesto aromatico della rivoluzione sessuale degli anni ’70 del ‘900)”.
Il profumo come oggetto di arredo
Fin dall’800, il profumo aveva un valore artistico che andava oltre il suo semplice utilizzo.
Anche in quegli anni, infatti, il design dei flaconi giocava un ruolo fondamentale nel rendere il prodotto più accattivante e, al giorno d’oggi, fa sì che queste confezioni siano davvero uniche dal punto di vista dell’interesse antiquario.
“I flaconi dei profumi, specialmente quando non esisteva ancora la loro produzione industriale, venivano usati come oggetti di arredo e, talvolta, inseriti all’interno di una vetrina da esposizione – ha spiegato Dalla Villa – Per capire quanto potessero essere belli dal punto di vista estetico basta guardare alle confezioni delle “4 stagioni”, concepite dal celeberrimo designer e artista Fulvio Bianconi. Ne sono stati realizzati solo 500 esemplari e ciò aumenta a livelli stratosferici il loro valore economico”.
Gli essenzieri del Belpaese
L’Italia, come in numerosi ambiti dell’arte e della cultura, si è distinta positivamente anche nel settore dei profumi, sia per quanto concerne le fragranze sia per quanto concerne il design dei flaconcini.
A tal proposito possiamo citare l’architetto Carlo Scarpa e il già nominato Fulvio Bianconi per il design e Giuseppe Visconti di Modrone per la produzione di essenze.
“Non era raro che gli artisti italiani e internazionali dessero il loro contributo anche all’industria della profumeria – ha sottolineato il direttore del museo – Ne sono un esempio René Lalique, Salvador Dalí (con la boccetta della fragranza “Le Roy Soleil”), Fortunato Depero, Erberto Carboni, Boccasile, Nino Nanni”.
Il focus su Giuseppe Visconti di Modrone
Alla prossima edizione di Brocantage, il Museo del Profumo, oltre ad esporre una serie di essenze di ogni genere, allestirà uno spazio focalizzato sulla figura di Giuseppe Visconti di Modrone, un profilo chiave della profumeria italiana.
“Giuseppe Visconti di Modrone è il personaggio che ha reso Milano (e il suo hinterland) una capitale del profumo – ha spiegato Dalla Villa – Ha iniziato la sua attività nel settore nel 1911 presso la Carlo Erba (azienda farmaceutica che ha firmato anche profumi di grande rilevanza storica) e, nel 1921, ha dato vita alla Gi. Vi. Emme (produttrice di diverse essenze, tra cui spicca la celebre “Contessa Azzurra”). La Gi. Vi. Emme ha cessato l’attività all’inizio degli anni ’70, ma rimane un pilastro portante della cultura di costume delle decadi del ‘900 in cui ha operato”.
Ti aspettiamo a Brocantage!
La lettura di questo articolo ti ha fatto viaggiare nel passato e sei riuscito, metaforicamente, ad annusarne i profumi?
Allora ti aspettiamo a Brocantage dall’8 al 10 aprile con tanti espositori specializzati in diversi prodotti di antiquariato e modernariato.
Appuntamento presso i padiglioni B e C del Parco Esposizioni Novegro.
E ricorda: l’ingresso è gratuito previa Registrazione!